lunedì 14 marzo 2011

seconda parte

E in un istante ci ritrovammo sulla cuccetta, nudi e eccitatissimi, ci fu un pò di smarrimento  , tutto fu così rapido e intenso, la sua lingua continuava a perlustrare la mia bocca con avidità.
Non ci scambiammo neanche una parola, non era necessario, sentivo il suo cuore battere forte di piacere e anche il sua cazzo sembrasse che dovesse esplodere da un momento all’altro.
La cabina dello Scania ondeggiava ad ogni passaggio di un altro TIR sulla corsia dell’autostrada, Gianni si allungò verso il finestrino e tirò la tendina in modo da nascondere la vista ai passanti.
Mi ritrovai sdraiato a pancia sotto e con lui che a cavalcioni sulla schiena mi massaggiava le spalle ed il collo, e il suo alito caldo lo sentivo dietro le orecchie in un piacere incredibile.
Le sue mani incominciarono a scendere la schiena e a massaggiarmi i glutei che erano duri come sassi dalla tensione che avevo; Rilassati, ti voglio solo prenderti!
A quelle parole non riuscì a emettere alcun suono, tutto era strano, Io che ero sempre stato una persona di larghi pensieri ma non di larghi buchi.
Non dicendo niente cominciò a baciarmi il buco e a umettarlo con la sua saliva, poi delicatamente mi appoggiò un dito e facendolo ruotare sullo sfintere incominciò a farlo entrare, istintivamente mi contrarsi e come una morsa lo strinsi fino a costringerlo a toglierlo.
Dai rilassati, vedrai non ti farà male o forse all’inizio, poi tutto passa e il piacere sarà celestiale. 
La sua voce calda e mascolina mi tranquillizzava, e io non sapevo esattamente cosa volevo, tutto mi piaceva di lui, e fu per questo che cedetti alla sua volontà, e sentii il dito infilarsi delicatamente e cercare di allargare quel piccolo muscolo , continuò per parecchi minuti e nel frattempo con l’atra mano mi toccava le palle e la verga che era durissima, e si ritrovò la mano piena della mia sborra calda e densa, l’eccitazione era massima e io non avevo avuto la forza di fermala, si asciugò la mano e mi appoggio la punta del suo cazzo sul mio buco e incominciò delicatamente a spingere.
Non riusciva ad entrare, io mi contraevo e mi irrigidivo ad ogni suo tentativo, fino a quando lui mi diede una sberla sul sedere e io gridando d’istinto non mi accorsi che nel medesimo istante mi era entrata la cappella nel culo.
Rimase fermo per alcuni secondi, mi sembrarono eterni, e incominciò a entrare sempre più nelle mie viscere, piano con molta calma, aveva bagnato bene la verga e questa entrava , entrava, entrava dolcemente ma inesorabilmente, fino a sentire le sue palle contro il mio culo. Bellissimo, stavo facendo sesso con un uomo, esaltato dall’atto non mi accorsi che era scesa la notte e che tutto era incredibilmente strano non pensavo che si potesse provare un piacere così grande nell’atto sessuale tra due maschi.

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